I Furgari di Taggia





I Furgari in onore di San Benedetto Revelli




Dei Fulgari non sapevo nulla,  al vero non ne avevo mai sentito parlare, per cui quando mi ha proposto Filippo di passare la serata a Taggia, mi aspettavo i classici fuochi d’artificio, anche se continuava a ripertermi  non sono così … sono diversi...


Sono stata completamente travolta dalla spettacolarità, un evento unico che si tramanda dal 1625 per onorare il Santo Patrono: San Benedetto Revelli.








Un ragazzo del posto mi ha raccontato brevemente la



storia dei fuochi e con enfasi che :







Durante le razzie i Saraceni, con le loro imbarcazioni, arrivavano sulle nostre coste, depredavano, incendiavano, distruggevano
case, chiese, raccolti, uccidevano,rapivano donne e bambini, portavano via tutto quello che trovavano.












Secondo la leggenda per evitare tali saccheggi dei predoni Saraceni su Taggia il Santo un giorno, vedendo arrivare dal mare le barche, suggerì ai Taggesi di accendere subito all’interno delle mura grandi fuochi,  in modo da far credere ai pirati, che tutta la città era già stata invasa ed incendiata da altri predoni. 




Scoraggiandoli così da un nuovo sbarco e da un loro imminente attacco.


Alla vista di tutti quegli incendi, dalle alte fiamme, dal fumo densissimo, dalle urla e spari che si alzavano da dietro le mura fortificate il trucco, sempre secondo la leggenda, funzionò benissimo. 





I Saraceni non sbarcarono, cambiarono rotta andandosi a cercare un altro centro abitato da depredare nella vicina Francia.











Il Santo avrebbe poi protetto la sua città natale anche in un’altra occasione, quando, durante la Guerra dei Trent’anni, la  Liguria di ponente era interessata dalla lotta tra il Ducato di Savoia e la Repubblica di Genova: i Taggiaschi, per voto, avrebbero festeggiato “in perpetuum” la ricorrenza del Santo e costruito un oratorio a lui dedicato se il paese fosse stato risparmiato. Come accadde.




Da quel giorno, ogni anno, il secondo sabato di febbraio i taggesi per ricordare lo scampato pericolo e per ringraziare.



Così è nata questa  Festa Patronale, un rito per i Taggesi, una tradizione per i Taggiaschi, è un peccato che si voglia cancellarla con il pretesto della sua pericolosità, invece magari, di eliminare i possibili rischi mettendo a disposizione spazi idonei..



Ma i Taggiaschi non si sono persi d’animo ed hanno organizzato anche quest’anno la festa, più bella che mai.





























Si presentano nelle vie e nelle piazze del paese, grosse 
cataste di tronchi e rami di ulivo ben disposti, con sopra dei razzi che prenderanno fuoco in scintillanti pirotecniche.







I fuochi d’artificio sono diversi da come pensavo, i giovani del luogo organizzano tutto, per mesi, si preparano, preparano i fuochi d’artificio fatti con delle grosse canne di bambù con  all’interno la polvere da sparo (da mina).





Quando inizia la festa tra la folla si fanno largo i ragazzi completamente incappucciati, mi riparo dietro un pilastro quel tanto da poter comunque scattare le mie foto,  i ragazzi accendono i fuochi e tra scopi e  scintillii.. la festa ha inizio.





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