Il Ponte Tibetano di Claviere



Le mie vacanze estive sono finite da circa un mese, ma la mia voglia di viaggiare e di scoprire nuove cose non è finita, anzi, a metà settimana sono già in procinto di organizzare e di programmare  una nuova meta per staccare la spina!


L’autunno è il periodo migliore per concedersi una  gita fuori porta, e questo sabato sono riuscita a ritagliarmi del tempo per fare una bellissima escursione un  po’ diversa dal solito.

Chi segue il mio blog avrà di certo capito che mi piacciono le emozioni forti, quelle che rilasciano l’adrenalina in corpo e tolgono il fiato,  per questo ho intrapreso questa avventura, attraversare il Ponte Tibetano di Claviere (TO). 


Un pò di tempo fa, un amico del web, mi aveva mostrato una foto molto particolare, in cui una ragazza che attraversava questo Ponte Tibetano con terrore, scrivendomi questo fa al caso tuo, che ne dici? 

Vedendo quell’immagine forte, mi è rimasto come un tarlo in testa che non voleva andare via, e solo provando sarei riuscita a scacciarlo.

Come ogni viaggio prendo informazioni sul luogo, sul meteo, e preparo per tempo ogni cosa per affrontare l’avventura in modo sicuro.


Il ponte tibetano si trova in alta Valle Susa a circa 100 km da Torino, tra Cesana e Claviere a 1750 mt, nella Gola di San Gervasio, al confine con la Francia, difatti quando sono arrivata sul luogo, sabato mattina, il cellulare mi avvisava che ero arrivata in terra straniera ;D

Ma che cosa è alla fine questo Ponte Tibetano? 


Il Ponte Tibetano di Claviere è un ponte sospeso nel vuoto, tra due gole, costruito completamente in acciaio,  delle spesse funi, da mancorrenti e con pedane distanziate le une dalle altre da uno spazio di 20 cm, in questo modo si ha la possibilità di vedere mentre si cammina il paesaggio che si ha sotto i nostri piedi.


Il ponte è sospeso a circa 30 metri d’altezza, lungo 408 metri + altri 70, ed ha il merito di aver il  record del Ponte Tibetano più lungo del Mondo, sotto di lui scorre il torrente Piccola Dora. 


Il ponte è situato sulla strada a destra prima di arrivare in paese a Claviere;  vi è un comodo piazzale dove si può parcheggiare le auto, ed in una piccola casetta in legno troverete la biglietteria.

Il costo del biglietto è di 10 Euro a persona, ma  per percorrerlo c’è bisogno di un attrezzatura adeguata per la sicurezza di una imbragatura per percorrere la via ferrata.


L’imbragatura può esser affittata in loco ad un costo di 5 € è l’attrezzatura è composta da un dissipatore e da due cavi con due moschettoni di sicurezza a norma, che ci permettono di essere sempre legati al cavo d’acciaio, mentre il caschetto è obbligatorio solo se si percorre la strada ferrata.

Arrivata sul luogo, la giornata è splendida anche se l’aria essendo fine settembre è pungente.

Il personale che gestisce sono persone che hanno a cuore il proprio lavoro, sono le guide alpine di Bardonecchia.

Dopo un oretta di attesa mi aiutano ad indossare l’imbragatura e mi danno tutte le informazioni  necessarie per godermi al meglio questa splendida nuova avventura.


Sono eccitatissima mentre percorro a piedi il breve tragitto, circa 5 minuti prima in salita, fino alla cappella di San Gervasio, poi tutto in discesa circa 100 metri per arrivare alle gorge e alla casetta in legno dove c’è la partenza del ponte.


La guida controlla nuovamente la imbragatura ed eccomi, un passo e sono sul ponte.

Ogni passo oscilla, la macchina fotografica che al collo ondeggia paurosamente, l’afferro con le mani e cerco di tenerla ferma mentre con l’altra mi tengo al mancorrente della fune d’acciaio.

Sotto il vuoto!

Stranamente non ho paura, sono così eccitata, che provo a scattare, ma i tempi di posa sono troppo lunghi le foto vengono mosse.

Cerco di tenermi in piedi facendo forza sulle gambe e appoggiando i glutei alla fune, ma è impossibile, velocemente imposto la macchina fotografica alzando Iso e abbassando i tempi, ma l’ora non è adatta a fare le fotografia,  inizia a calare il sole in valle.


Questo lungo ponte è diviso in più campate; la prima passerella sicuramente è quella più mi ha fatto impressione, perché oscilla abbastanza ed è quella che attraversa da una parte all’altra delle gole.

Pur essendo la prima volta che percorrevo il ponte, è stato una cosa del tutto naturale, ho percorso tutta la passerella senza alcun problema e timore. 

Non mi è mai sfiorata la paura di cadere, i sistemi di sicurezza sono ottimi lungo tutto il percorso, questo grazie ai dei mancorrenti che sono posizionati lungo i lati del ponte, dove ci si può appoggiare e sopra, in alto, vi è un cavo dove vengono ancorati i due preziosi moschettoni. 



L’unica cosa che veramente è importante ed è assolutamente da ricordare, è quello di spostare ad ogni fermo i moschettoni, ma bisogna avere l’accortezza di farlo uno alla volta, in modo di avere la certezza di esser sempre ancorati alla fune di sicurezza, che è posizionata in alto ed è in acciaio.


Il primo pezzo, come vi dicevo, è sicuramente il più brutto e se lo superiamo noteremo che dopo tutto, è molto semplice, talmente semplice che il ponte è percorribile anche dai bambini.


Dietro di me, infatti, avevo una bimba francese che, sorda ad ogni mio rimprovero, continuava beatamente e spasmodicamente a far dondolare fastidiosamente il ponte tibetano di proposito, senza comprendere che stavo tentando di fotografare il paesaggio.

Il paesaggio che si ha modo di vedere è a dir poco meraviglioso, le gole vengono percorse in modo longitudinale, sotto si vede il sentiero che costeggia il torrente e che una volta si doveva percorrere per arrivare a Claviere e per arrivare in Francia.


Anche se il ponte è abbastanza stabile, mentre lo si percorre  dondola paurosamente e se si ha paura vi consiglio di non guardare sotto, nel vuoto, ma di mantenere sempre lo sguardo dritto davanti a noi.


Questa avventura è sconsigliata a chi soffre di vertigini perché la sensazione di vuoto ci accompagnerà lungo tutto il percorso del ponte.


Purtroppo data l’ora tarda non mi è stato possibile fare la strada ferrata dei Militari, un vero peccato, ma il penultimo giorno di apertura il Ponte Tibetano è stato preso d’assalto da un pullman di entusiasti ragazzi dell’Erasmus che hanno causato il formarsi di una inconsueta coda.



Foto e Testi  Ivana Motto Cleo

Mi trovate anche su 

Pagina di Facebook: Blog La Mia Fotografia


Twitter : @IvanaMotto_Cleo 

e su Instagram : Ivana_cleo




© Copyright Tutti i diritti sono riservati.

Commenti

Post più popolari