La Cappella della Sacra Sindone Riapre a Torino
Finalmente dopo 28 anni oggi la Cappella della Sacra Sindone di Torino è di nuovo visitabile, qualche giorno fa mentre ero in centro, sono salita sul Campanile del Duomo di Torino e dopo ben 210 gradini, sono arrivata fin su in cima ed ho visto Torino dall'alto.
La cosa che mi ha particolarmente colpita è la bellezza del panorama, come quando ero salita sul pallone aerostatico di Turin Eye, anche da qui si può ammirare tutta Torino.
Guardo la Mole Antonelliana e mi accorgo che la Cappella della Sacra Sindone è stata liberata dalle impalcature che imprigionavano la sua bellezza.
Bellissima è a dire poco!
Era stata chiusa nel 1990, a seguito di alcuni frammenti marmorei che erano caduti al suolo. Durante i lavori di restauro a causa di un corto circuito elettrico, nella notte dell’11 aprile ha subito un offesa ben più grande, delle scintille accesero il tetto che offesero le architetture del Guarini.
Foto Vigili del Fuoco |
Ho ancora il ricordo vivido nella mente delle immagini di quelle fiamme rosso fuoco nella notte, avvolgevano la cupola come un fiammifero che prendeva fuoco.
Fino ad oggi si pensava che non sarebbe mai più rinata, ed invece grazie al lavoro scrupoloso e dalla mani d’oro dei restauratori ritorna a splendere più che mai.
Da oggi 28 settembre la Cappella della Sacra Sindone è finalmente accessibile al pubblico e presto farò visita.
Palazzo Madama a sx - Piazza Castello - Real Chiesa di San Lorenzo a dx e la Torre al fondo a dx è Il Palazzo Reale Mutua Assicurazioni Torino |
Storia della Cappella della Sacra Sindone - Fonte: Museo di Torino
Voluta dalla dinastia sabauda come degna sede per la preziosa reliquia del Santissimo Sudario, la cappella prende forma come progetto di alto prestigio simbolico sotto il duca Carlo Emanuele I, concretamente attuato, però, soltanto dalla metà degli anni Cinquanta del Seicento. L’intervento di Guarino Guarini completa e trasforma la cappella in uno straordinario capolavoro.
Progetto: 1656
Costruzione: 1657 - 1665
Realizzazione: 1667 - 1682
innalzamento della cupola su progetto di Guarino Guarini
Sin da quando la Sindone fu trasferita da Chambéry a Torino nel 1578 per soddisfare la richiesta di pellegrinaggio del cardinale di Milano, Carlo Borromeo, il problema di una sede degna per la preziosa reliquia fu al centro delle preoccupazioni della dinastia sabauda. Il progetto degli architetti Ascanio Vitozzi (1539-1615) e Carlo di Castellamonte (1560-1640) per una grande cappella ovale in testa al duomo di San Giovanni, ben addentro al cortile del palazzo ducale, fu avviato nel 1610, ma venne interrotto nel 1624. Nell’esplicitare l’intento di appropriarsi dello spazio rituale della reliquia, costruendo una cappella palatina a uso privato dei duchi di Savoia, esso fissava il tema progettuale e la scelta dei materiali: bronzo dorato per capitelli e basi delle colonne e marmo nero di Frabosa – «oro et negro», nelle indicazioni di Carlo Emanuele I. Nel 1657 il cantiere riaprì sulla base di un nuovo progetto dello scultore luganese Bernardino Quadri (†1695), che abbandonava la forma dell’ovale a vantaggio di una rotonda sopraelevata, posta al livello del piano nobile del palazzo ducale e affacciata verso l’interno del duomo, oltre la parete sfondata del coro: raggiungibile attraverso due rampe di scale, la cappella diventava il principale fulcro prospettico della chiesa. Giunta alla trabeazione del primo livello, nel 1665 la costruzione fu però interrotta per timori statici, creando i presupposti per l’intervento dell’architetto teatino Guarino Guarini (1624-1683), giunto a Torino alla fine del 1666.
Guarini riuscì a fare dei limiti della fabbrica di Quadri i punti forti del proprio progetto, sviluppando una straordinaria struttura a torre che trasfigurava l’interno della cappella in un’immagine di ascesa vertiginosa, segnalata all’esterno nella forma singolare di guglia traforata. Modificato il piano di imposta, innalzò un tamburo aperto da alti finestroni con sostegni attraversati da una galleria che divideva e consentiva di incanalare pesi e spinte della cupola sulle murature esterne. La cupola, così fuori dall’ordinario, è una spettacolare impalcatura di sei giri di archi sovrapposti disposti in modo tale da restituire in pianta la proiezione di altrettanti esagoni ruotati in degradazione prospettica. L’insolita struttura voltata, completata nel 1683, prende la forma di un canestro rovesciato scorciato illusoriamente verso l’alto, dove, sospesa a mezz’aria, una grande stella lapidea a dodici punte filtra la luce proveniente dalla lanterna, misteriosa e coinvolgente immagine del divino. La superficie lapidea dell’interno, in marmo nero venato di grigio, è intessuta da una fitta trama di segni allusivi, dai capitelli bronzei con i simboli della Passione delle paraste dell’ordine maggiore ai chiodi che disegnano la faccia degli arconi del bacino d’imposta. In occasione del restauro in corso per recuperare i danni del devastante incendio del 1997, sono emerse sulle pareti della sacrestia, dietro le armadiate, i tracciati in scala al vero dei disegni esecutivi di Guarini per il rivestimento lapideo della cappella.
Nel 2018 si concludono i lavori di restauro e viene riaperta al pubblico.
Il Duomo di Torino |
Foto Ivana Motto Cleo
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