Borgo di Corveglia
Ieri, grazie a qualche ora libera, ho colto l’occasione per fare un mini tour naturalistico nei dintorni di Poirino e Villanova D’Asti, ma sopratutto per incontrare un altro allevatore di Tinche Gobbe Dorate DOP.
Nella bellissima campagna dai colori accesi dell'Altopiano di Poirino ho trovato un castello: Il Castello di Corveglia dell’Agriturismo Daij Gépolìn .
Il borgo, che attualmente è stato recuperato e trasformato ad uso ristorazione, è stato uno tra i maggiori centri di ospitalità per pellegrini del Piemonte medievale.
Situato ai confini di Poirino, il borgo è ben visibile dalla statale; vi si accede entrando in un bel viale alberato e alla fine del quale si può ammirare il campanile del XII che spicca maestoso.
Trovo ad accogliermi Jacopo Brossa, il gestore dell’Agriturismo, che mi mostra la sua tenuta e mi parla delle sue caratteristiche.
Nel cortile sotto un pergolato, in bella mostra, vi è una grande teca in cui nuotano delle Tinche Gobbe Dorate del Pianalto di Poirino.
“Ero emozionato ogni volta, perché ci tengo particolarmente è una bella gara, una bella Sagra, vi partecipa tutto il paese e i comuni vicini e io cerco sempre di dare il meglio, poi vedi Ivana guarda che posto.
I visitatori nell’Agriturismo hanno la possibilità di gustare le tipicità del Pianalto: tinche gobbe dorate, galline bionde, asparagi, carni bovine e salumi dell’annessa cascina.
Tutti prodotti nostri del posto".
Mi racconta, mentre mi porta in visita negli interni del Castello, che è un luogo d’antiche origini, come testimoniano le imponenti architetture superstiti.
Tra le tante leggende che riguardano il Castello, la più celebre forse risale agli accadimenti che portarono la famiglia Ricci di San Paolo e Solbrito a occupare e trasformare in fortilizio quello che, in origine, era un ospitaliere per pellegrini.
finanziaria dell’ospedale, uno dei canonici tal Clemente Ferrari,
lasciò la veste e, spalleggiato da alcuni confratelli, s’impadronì del
feudo e si dette al brigantaggio.
Gli ex religiosi avrebbero così sequestrato e ucciso
Bernardino Ricci, signore di San Paolo e Solbrito
scatenando la reazione dei figli che, conquistata Corveglia,
avrebbero decapitato Clemente e i suoi senza pietà.
Bernardino Ricci, signore di San Paolo e Solbrito
scatenando la reazione dei figli che, conquistata Corveglia,
avrebbero decapitato Clemente e i suoi senza pietà.
Vuole tradizione che, da allora, il terribile Clemente e i
canonici, tutti rigorosamente privi della testa, nelle notti di
novilunio emergano dalle nebbie della campagna per
marciare in processione verso il borgo e solo vergando gli
stipiti con piccole croci sia possibile respingerne l’orripilante
avanzata.
condannato a cercare eternamente scampo, senza trovarlo,
da quelle antiche mura.
Leggende? Chissà… che tali racconti muovano da fatti storici
è pressoché certo.
Sono tuttora in molti ad asserire d’aver intravisto la
spaventosa processione dei decollati o percepito la presenza
dell’inquieto Bernardino.
Dopo i restauri, una pur solida finestra del secondo piano,
sempre la stessa, è spesso trovata
aperta senza apparente
motivo.
Che sia il vecchio conte in cerca di
libertà?
Quella finestra è oggi scherzosamente
detta “La Bernardina"
Tutto questo me lo racconta mentre saliamo fino all’ultimo
piano ed entriamo nella sala adibita alle conferenze,
rimango a bocca aperta, la stanza con le travi a vista,
pavimenti in parquet e finestre che danno sulla campagna
fiorita.
piano ed entriamo nella sala adibita alle conferenze,
rimango a bocca aperta, la stanza con le travi a vista,
pavimenti in parquet e finestre che danno sulla campagna
fiorita.
Una meraviglia, al secondo
piano la sala, al momento
non utilizzata, con tante sedie
sono riposte all’insù, in ordine
pronte per l’uso.
Nota:
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Foto e Testi Ivana Motto Cleo
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