La Lanterna e i suoi Gabbiani di Guardia


Se si è a Genova una cosa a cui non si può mancare è quella di far visita  alla sua Lanterna, denominata in genovese a Lanterna de Zena.
Per i Genovesi è il monumento simbolo cittadino, oltre ad essere indispensabile alla navigazione delle navi, è quasi il totem della genovesità e fa parte della storia. 

Per cui oggi vi parlo di Lei : La Lanterna.

Attrezzata di tutto punto parto per farle visita. 
Il faro è attualmente ancora in uso, fu costruito nel 1543 ed è situato nel quartiere di Sampierdarena, oggi è inglobato interamente dal porto di Genova. 
Parcheggio subito dopo i Vigili del Fuoco e, la guardo mentre percorro il camminamento realizzato per raggiungerla in sicurezza; è altissima, spicca in un cielo magnificamente  blu, essendo alta 117 metri la si nota già lungo la strada che porta ai Terminal Traghetti di Genova.
E’ posizionata  su uno scoglio completamente isolato all’estrema punta di quella che un tempo era la collina il Promontorio di San Benigno.
Quella collina oggi  non esiste più, è stata smantellata per agevolare il passaggio e i materiali ottenuti sono stati utilizzati per il miglioramento del porto.
Il paesaggio è completamente cambiato nel tempo, a causa della forte espansione della città e della crescita dei volumi dei traffici portuali.
Il lento ed inesorabile cambiamento, avvenuto nei secoli passati è stato fortemente accelerato già dalla seconda metà del secolo scorso, in quanto la forte industrializzazione ha richiesto nuovi spazi.
Alla Lanterna si arriva esclusivamente grazie ad  una passeggiata pedonale di circa 800 metri, corredata lungo tutto il suo percorso da cartelloni ove spiegano la sua storia, mentre si può ammirare il porto di Genova in piena attività.
Giunta in prossimità della costruzione, mi fermo ad ammirare questo faro; è posizionato su una torre quadrata, costruita in pietra naturale, alla sua sommità vi è una terrazza.
Per raggiungerla si salgono 365 gradini, di cui 172 nella parte aperta al pubblico per raggiungere la prima cornice; arrivata in cima, sono stata attaccata per ben tre volte da  un gabbiano che faceva da sentinella al suo nido, finché finalmente ha  desistito permettendomi di  alzare lo sguardo.



Rimango quasi sbalordita dal paesaggio, l’occhio spazia quasi a 360°, appare una moltitudine ricca di tanti particolari e dettagli che la vista fa fatica a soffermarsi, si rimane quasi confusi a questa visione, non sapendo cosa fotografare per prima, mi servirebbe un ottica grandangolare.
I mille container colorati uno impilato sopra l’altro, le case affiancate,  le strade, la sopraelevata, e poter osservare  così da vicino le attività del porto, mi lascia a bocca aperta, dopo un pò ripresa dallo stupore inizio a fotografare.

Un forte vento mi scompiglia i capelli, rimetto la macchina nello zaino e ridiscendo gli scalini, sono un pò ripidi e tortuosi, ora voglio visitare il Museo.
La Lanterna e tutto il suo complesso è stato restaurato e reso accessibile al pubblico; il Museo è ricco di materiale video di repertorio e d’archivio, mi siedo e ne guardo un po’, ma essendo circa 250 ore di riprese, è impossibile guardarli tutti. 
Mi dirigo dopo un pò nelle Sale dei cannoni, dove si possono ammirare dei fari navali e dei vari sistemi di segnalamento in mare.
Entro in una camera ed al centro della stanza vi è una lente che gira,  è la lente di Fresnel, che riproduce fedelmente il funzionamento di un faro.

La lente di Fresnel

Uscita dal Museo mi dirigo verso i ragazzi dell’Associazione Giovani Urbanisti - Fondazione Labò ai quali faccio i miei complimenti di come gestiscono la Lanterna.

Curiosità (fonte Wikipedia)
Una leggenda genovese narra che il progettista della Lanterna fosse stato lanciato nel vuoto proprio dalla sua cima, affinché non potesse ricreare in altro luogo una costruzione analoga, mentre un'altra leggenda simile narra che fu lanciato di sotto per non essere retribuito.
Durante il periodo in cui la Lanterna fu utilizzata come prigione, essa ospitò come ostaggi per cinque anni il Re di Cipro Giacomo di Lusignano e sua moglie, che tra quelle mura diede alla luce il figlioletto Giano
Dai registri del faro si apprende che nel 1449 tra i custodi della Lanterna, venne nominato anche Antonio Colombo, zio paterno di Cristoforo.
Nel corso della storia la Lanterna è stata colpita più volte da fulmini; i danni più gravi si registrarono nel 1481 quando un fulmine colpì la torre uccidendo uno dei guardiani. Nel 1602 un fulmine colpì nuovamente la Lanterna demolendo la parte merlata della torre superiore. A seguito dell'episodio nel 1603, alla base esterna della torre superiore, venne murata, a scopo propiziatorio, una targa in marmo recante una scritta “Jesus Cristus rex venit in pace at Deus homo factus est”. Ancora oggi l'antica targa è murata su fronte a terra alla base della torre superiore, anche se oramai quasi illeggibile.

Un tempo la Lanterna non era sola, ma aveva una "sorella minore", chiamata Torre dei Greci, eretta dopo la metà del 1200 e che si trovava come in tutti i porti all'estremo opposto dell'arco portuale, all'incirca nella zona dove attualmente sorgono i Magazzini del Cotone nel Porto Antico.

Visuale del Porto dalla Passerella

Sanpierdarena

La Porta della Città
Visuale Frontale della Porta



Lanterna

La confusione del Porto

Il Museo



Il faro di Fresnel

Sanpierdarena

Il Porto di Genova
i 365 Gradini della Torre
La Vista su Zena
Il sole su Zena








Il Deposito di Carbone che Alimenta la Centrale Elettrica del Porto di  Zena

Testo e Foto  :   Ivana Motto

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