Festa della Madonna a Voltri Genova


Sono nella mia amatissima Genova, per ritemprarmi dalle fatiche della settimana, alle nove del mattino fa già un caldo tremendo, il cielo è coperto, l'afa regna, per cui me ne vado al mare per trovare un po’ di refrigerio.
Mentre sono sulla spiaggia di Vesima, ancora semideserta, guardo le notifiche che ricevo sul telefono. 
La mia amica Grazia B. mi invita a partecipare questa sera alle ore 19:30 ad un evento molto importante il 150° Anniversario della Festa della  Madonna a Voltri.


Incuriosita, decido di partecipare.
La Chiesa è aperta ed è ornata a festa; poco alla volta i fedeli entrano, ed io vengo accolta da alcuni amici che conosco, i Confratelli dell’Oratorio di Sant’Ambrogio.



Sono stupiti nel vedermi e mi salutano calorosamente: 
“Che bello Ivana rivederti! Anche tu sei venuta a vedere la processione?”

Rispondo di si, e chiedo come è nata questa tradizione.
Uno di loro inizia a raccontarmi la storia di quella festa.



“E’ un'antica tradizione, risale nel lontano 1855 ed ebbe inizio tutto in questo luogo, in questa chiesa di Voltri: la Chiesa di S. Ambrogio.
Fu la prima processione di tante, la più solenne funzione che si celebrò e che si ricordi a memoria d’uomo, una cosa mai vista, fu un successo enorme, che tutta Voltri ne parlò per diversi giorni.
Per quell’occasione la chiesa fu elegantemente e sfarzosamente ornata di fiori e fiaccole, la statua dell’Immacolata Concezione fu collocata al di sopra del trono e circondata da mille candele; ed i fedeli intonarono  canti e Inni Ambrosiani” 

prosegue nel suo racconto : 

“dopo la benedizione del vescovo, i pescatori  portarono la cassa della Madonna detta Maranghin in processione in mare, per poi tornare indietro ed esporla per le vie del paese.
Da allora si cerca proseguire nell’intento e di onorare al meglio questa usanza”.


Rimango ad ascoltare cercando di memorizzare tutto quello che mi dice, nel mentre  gli chiedo: “Scusa, che cosa è Maranghin?”

Lui mi risponde:  “A già, tu non sei Ligure!”

Sorrido: “No, non lo sono” e sono quasi dispiaciuta.

Riprende il discorso: “È la cassa della Madonna detta dei Maranghin."
Questo soprannome le era stato dato dai tanti gioielli (dono dei fedeli) che addobbavano la statua della Vergine, purtroppo molti anni fa le furono rubati.
In questi ultimi anni la Madonna ha comunque riscoperto una ricchezza che vale molto più dell’oro stesso,  ed è rappresentata dall’enorme folla di fedeli che sono ritornati al suo capezzale col desiderio di acclamarla e di rivederla cavalcare le onde sul mare di Voltri”.


Mi lascia perché si deve preparare, guardo la chiesa, e piena di  tanti fedeli che  pregano e cantano.
I marinai vestiti con delle magliette a righe bianche e blu e con un cappellino dal pon pon rosso, si apprestano a sorreggerla e portarla fuori dalla chiesa.


Fuori dalla chiesa, vi è la calca, il paese che prima era quasi deserto, ora si è popolato, rianimato di vita propria, le vie e le piazze sono affollate di gente che è accorsa per vedere la bella processione, mentre la banda suona.




Arrivo in spiaggia prima della processione, la folla si accalca lungo la riva per il desiderio di vedere la Madonna che arriva sorretta dai marinai.



Le barche sono pronte al varo sulla riva del mare; un mare  per fortuna calmo, tranquillo.
Mentre il cielo si apre, la Vergine viene issata dai marinai a bordo di un gozzo dal nome “Filippo” sul quale prendono posto  i sacerdoti officianti, un Cristo trova posto su un altro gozzo accompagnato dai chierichetti e dai giovani della Confraternita.
Le due barche vengono varate, ed insieme alle tante imbarcazioni che attendevano in mare danno vita a una caratteristica processione che percorre il litorale Voltrese fino a Crevari per poi fare ritorno.


Al suo arrivo, alcuni dei fedeli cantano “Viva Maria” e parte un fragoroso applauso, sovrastato dal saluto incessante delle sirene delle imbarcazioni.

un video di quella bellissima serata

Tante le persone hanno assistito a questo meraviglioso evento, anche persone estranee a queste usanze e tradizioni, ed hanno voluto unirsi ai fedeli, per l’occasione del 150° anniversario, acclamando la Vergine e seguendola nella vie della delegazione uniti tutti in preghiera.




Piccole nozioni:

La scultura della statua dell’Immacolata per la Chiesa di San Ambrogio è opera dello scultore Stefano Valle, uno scultore genovese più conosciuto all’estero che in patria.
Egli nacque a Genova nel 1807 e si formò alla scuola di Giovanni Battista Garaventa, nella cui bottega imparò il mestiere ed entrò in contatto con alcuni degli artisti del suo tempo, in particolare Giovanni Battista Drago e Paolo Olivari e il danese Thorwalsen, con il quale strinse particolari legami di amicizia che lo porteranno ad essere uno scultore internazionale.
In Genova non ebbe molto successo, soprattutto per l’opposizione alla sua arte da parte dello storico per eccellenza dell’Accademia delle Belle Arti, Alizeri, che gli rimproverava una certa innovazione artistica, unita all’uso di un materiale, il legno, considerato a quel tempo, meno nobile del marmo.

Inoltre la sua arte era ancora molto legata al gusto sei-settecentesco e non pienamente attualizzata nell’ottocento.
Nel 1853 la sua carriera raggiunse il culmine con la partecipazione assieme a Giovanni Battista Frumento, autore dei fregi del Teatro di Savona all’Esposizione Internazionale di New York.
Da quell’occasione gli vennero commissionate opere internazionali, soprattutto in Perù, a Lima, dove oggi si trova la più grande produzione fuori dal continente europeo.
Scolpì anche un Sant’Antonio da Padova per una Chiesa di Calcutta in India.
La caratteristica della Statua dell’Immacolata di Voltri da lui eseguita è il particolare del movimento dato delle vesti mosse da un vento divino, che riesce a comunicare alla figura scolpita un’irreale movimento. 





Testo e Foto : Ivana Motto


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