Museo Egizio Torino
Io e l’Egitto, un amore che dura da circa 10 anni, una correlazione alquanto strana ma tanto intensa da farmi da scegliere come soprannome “Cleo” , abbreviativo del nome della Regina d’Egitto “Cleopatra”.
Tale
è stata la curiosità per quel periodo da documentarmi e cercare di sapere ogni
cosa di quell’epoca, ma soprattutto di quella Donna tanto affascinante da
essere ancora oggi un mito ed una leggenda.
Per diverso tempo ho ricercato notizie ed aneddoti, girovagando settimanalmente tra gli scaffali polverosi di qualche biblioteca in varie zone della mia città, per trovare volumi e testi, curiosando tra i vari siti di internet, per conoscere al meglio la sua vita, la sua Storia, ed ora, che succede?
Mi
ritrovo a documentare come fotoreporter il Museo Egizio di Torino, grazie alla
partecipazione all’evento "Essenziale" per
il Circolo dei Lettori di Torino.
Tale
è stata la felicità di questa occasione, che quando è giunto il giorno predetto
ero talmente euforica da non riuscire più a contenere le emozioni.
Intorno alle 18.00 mi precipitai all’entrata del Museo, dove la mia amica Alessandra mi aspettava con ansia.
Era ancora presto, la visita iniziava intorno alle 18.30 per cui rimanemmo fuori, ammirando il rosso palazzo maestoso.
Felici e contente entrammo e ci presentammo alla reception, e fatto
l’accredito, iniziò la nostra visita.
L’egittologa
nel mentre spiegava con cura e nei minimi dettagli che cosa stavamo visitando:
la Tomba di Kha.
La Tomba di Kha fu scoperta dall'egittologo italiano Ernesto
Schiaparelli nel 1906, essa fu ritrovata
intatta a nord di Deir el-Medina, ed è un raro caso di sepoltura
inviolata“.
Il sarcofago è ornato di decorazioni d'oro, fatto in legno di cedro e mentre quello di Merit è più semplice, nella tomba sono stati rinvenuti tantissimi oggetti di uso quotidiano.
La bravissima egittologa ci ha narrato la storia di Kha, un capo
architetto dei lavori della necropoli al servizio del faraone Amenhotep III.
Kha e la sua amata consorte Merit
vissero intorno al 1400 avanti Cristo, morirono entrambi all’età circa dei 60
anni, ebbero quindi una vita molto agiata e longeva per quell’epoca.
![](file:///C:/Users/Ivana/AppData/Local/Temp/msohtmlclip1/01/clip_image001.gif)
Lasciarono tre figli: una ragazza e due maschi, uno dei quali divenne decoratore di tombe regali.
I due coniugi portarono nel sepolcro letti, panche, sgabelli, cofani, tele, tuniche, stoffe, vasellame in ceramica, metallo e pietra ed anche unguentari, vetri per profumi e bistro.
Kha volle inserire nella sua Tomba anche i suoi amati strumenti di misura.
Purtroppo ogni tanto perdevo la linea della ricetrasmittente, non riuscivo a stare al passo, ma c’era così tanto da fotografare che alla fine persi del tutto sia gruppo che il segnale.
Davanti a me si presentarono immense stanze, tutte meravigliose, al punto che ogni tanto mi incantavo a guardarle, rimanendo sbalordita dalla bellezza.
Dopo
delle statue imponenti, entrai nella sala che conteneva il sarcofago e rimasi folgorata.
Insieme agli innumerevoli monili e preziosi, in mostra dentro le teche, nella stanza centrale erano ben esposti persino i loro letti, i poggiatesta, gli sgabelli, vasi canopi, tuniche e vesti di lino, inoltre si potevano ammirare i contenitori
contenenti la biancheria
ed addirittura anche il cibo fossilizzato: di cui varie specie di pane, olive,
aglio, il tutto conservato benissimo, il tempo non ne aveva scalfito la
bellezza.
Un
profumo di cedro e coriandolo aleggiava in tutto il museo, lo stesso profumo
che utilizzavano per purificare le loro stanze… così intenso che mi dava quasi
alla testa.
Finalmente
arrivai al fondo del percorso dove in un salone immenso, illuminato
egregiamente per dare un effetto di Maestosità, ci si trova al cospetto della
Sfinge.
Rimasi
a guardare ed ammirare quasi senza fiato quanto ci avevano lasciato gli Egizi,
un valore e un patrimonio inestimabile.
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